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INCIPIT
“Non è sempre impalpabile, il buio. Mi è capitato spesso di percepirlo come una lunga cortina nera su cui scivolare per esserne lentamente e voluttuosamente avviluppato da capo a piedi. Oppure di paventarlo tagliente come una lastra, quasi una lapide di scura basanite, eretta fra me e il resto del mondo. Ma non potevo, o forse non volevo, immaginare una metamorfosi come quella di stanotte. Sono un tipo che difficilmente si impressiona e occupandomi da qualche anno di effetti visuali ormai ho sviluppato una certa immunità al fattore sorpresa. Eppure, devo ammettere che non ero preparato a una simile trasformazione. Per farmi scivolare di dosso queste tenebre, cerco di passare in rassegna tutte le diavolerie della mia abilità professionale, ma continuo a rimanere immobilizzato. Solo la testa gira, a causa dell'elevata temperatura corporea. Ora ho come l'impressione di essermi impigliato nel fondo caldo e un po' polveroso di una borsa, il posto in cui scivolano gli oggetti inutili e dove nell'oscurità giace anche il cornetto scaramantico di mia madre. Se la febbre raggiunge il punto di fusione dei pensieri, che succederà? Il magma si metterà in circolo per i meandri del cervello? Sai quanto tengo all'immagine, spero che il mio volto conservi un'espressione imperturbabile. Tipo quei ritratti nella parte più antica del Verano, che il Severati ha dipinto su lava”.

© 2005 BIBLI di Alfredo Polizzi Editore